Archive for ottobre 2010

L’altra Italia siamo noi

25 ottobre 2010

I dieci punti fondativi del Paese che vogliamo:

1. E’ l’Italia che accoglie il profugo, lo straniero perseguitato, disperato, costretto all’emigrazione da guerre e disastri ambientali, da un’economia globale escludente e punitiva. Un paese aperto al mondo, accogliente, multiculturale.

2. E’ l’Italia che garantisce a tutti i suoi abitanti un minimo vitale, un reddito di cittadinanza, che valorizza il lavoro e la produzione di beni socialmente utili e compatibili con l’ambiente.

3. E’ l’Italia che protegge, cura e preserva, per le generazioni future, il suo straordinario patrimonio culturale, storico, architettonico. E’ il paese dei paesaggi armoniosi, costruiti attraverso un secolare e paziente interscambio tra uomo e natura. L’Italia della co-creazione, tra l’attività umana e questa Terra che ci è stata regalata.

4. E’ l’Italia che riduce i consumi, lo spreco, e valorizza il riciclaggio degli scarti di lavorazione e consumo, mentre combatte il riciclaggio del denaro “sporco”. Paese delle energie rinnovabili, del risparmio energetico, della sovranità energetica ed alimentare.

5. E’ l’Italia dei prodotti tipici, della biodiversità agricola, gastronomica, culturale. Delle mille reti solidali tra produttori e consumatori, che costruiscono ogni giorno un altro mercato, equo e solidale, con il lavoro e l’ambiente.

6. E’ l’Italia che si fa amare in tutto il mondo nel campo dell’arte, della cultura, della scienza, dello sport. Il paese del bello e buono, della ricerca scientifica finalizzata al miglioramento della qualità della vita, della cultura come bene comune ed accessibile a tutti.

7. E’ l’Italia delle pari dignità tra uomo e donna, della condivisione delle responsabilità pubbliche e private. E’ il paese del legame forte e solidale tra vecchie e nuove generazioni, che vede nell’anziano una risorsa e nei giovani una pianta che ha diritto a crescere in un terreno fertile e ricco d’acqua.

8. E’ l’Italia della pace e della solidarietà internazionale, che si batte perchè la guerra sia messa al bando, il disarmo liberi risorse umane e finanziarie per sostenere le popolazioni più deboli, per ripristinare l’habitat degradato. Lotta affinchè sia abolita in tutto il mondo la pena di morte (Usa e Cina inclusi), perchè la tortura sia messa al bando, perchè le carceri siano un luogo di recupero e non un girone dell’inferno.

9. E’ l’Italia che rispetta la memoria delle sue vittime, che pretende la verità e la trasparenza nella gestione della res publica. L’Italia dei mille comuni, della democrazia partecipata, dove i cittadini sono soggetti attivi e responsabili, dove la Scuola ha un valore fondamentale ed al prezioso lavoro dei suoi operatori è riconosciuta la giusta mercede e dignità.

10. E’ l’Italia di Falcone e Borsellino, di don Diana e Impastato e di migliaia di cittadini che hanno perso la vita per non cedere al ricatto dei poteri mafiosi e occulti. All’avanguardia nella lotta contro la nuova borghesia criminale che sta conquistando il pianeta con capitali insanguinati.

C’era una volta il mondo del lavoro

11 ottobre 2010

C’era una volta un gruppo di donne, giovani donne, una trentina circa. C’era una volta un posto di lavoro fatto di mura colorate, telefoni, cuffie, postazioni, tornelli. C’era una volta un mondo, il mondo del lavoro, che fungeva semplicemente: io lavoro, tu mi paghi. Ad un certo punto le giovani donne sono insorte, sono insorte perchè il mondo si era complicato, loro lavoravano, ma nessuno le pagava, per un giorno, per una settimana, per un mese, per un anno… I loro bambini non avevano niente di cui nutrirsi o vestirsi, le giovani donne non avevano i soldi per comprarsi un trucco, non potevano neanche mascherare la loro rabbia, la loro frustrazione. Ad un certo punto si sono guardate, hanno visto il fondo, lo hanno visto sui loro visi, nei loro occhi, e per non precipitare sono salite, salite su un tetto, poi su un grattacielo, sventolando una bandiera, la loro, quella della rivendicazione. dei soldi sì, ma anche della dignità. e ora sono lì, tra le mura colorate di quel luogo di lavoro che da prigione si è trasformato in libertà, la libertà di dire, la libertà di fare, la libertà di gridare al mondo intero la loro storia. e se tutti non vissero felici e contenti, loro vissero consapevoli e libere.

tratto da una storia vera

ogni riferimento a cose o persone non è per nulla casuale